recensioni!

martedì 25 luglio 2017

Recensione "Melody"




Trovo sempre difficile scrivere di libri che mi hanno colpito molto, perché non trovo le parole adatte per esprimere le emozioni che mi hanno fatto provare.
Ho provato a fare del mio meglio con questo, perché ci tengo davvero molto: “Melody”, di Sharon M. Draper

Titolo: Melody



Titolo originale: Out of my mind

Seguito da: /
Autrice: Sharon M. Draper
Editore: Feltrinelli
Genere: Realistic fiction
Pagine: 256
Il mio voto: 5/5
Trama:Melody ha una memoria fotografica eccezionale. La sua mente è come una videocamera costantemente in modalità "registrazione". E non c'è il tasto "Cancella". È l'alunna più intelligente della scuola, ma nessuno lo sa. Quasi tutti - compresi i suoi insegnanti e i medici - ritengono che lei non abbia alcuna capacità di apprendimento, e fino a oggi le sue giornate a scuola sono state scandite da noiosissime ripetizioni dell'alfabeto. Cose da prima elementare. Se solo lei potesse parlare, se solo potesse dire che cosa pensa e che cosa sa... Ma non può. Perché Melody non può parlare. Non può camminare. Non può scrivere. Melody sente scoppiare la propria voce dentro la sua testa: questo bisogno di comunicare la farà impazzire, ne è certa. Finché un giorno non scopre qualcosa che le permetterà di esprimersi. Dopo undici anni, finalmente Melody avrà una voce. Però non tutti intorno a lei sono pronti per quello che dirà.



LA MIA RECENSIONE

“Sono circondata di parole. Migliaia di parole. Forse milioni.
Cattedrale. Maionese. Melagrana. Mississippi. Napoletano. Ippopotamo. Vellutato. Terrificante. Iridescente. Solletico. Starnuto. Desiderio. Ansia.
Le parole mi turbinano intorno da sempre come fiocchi di neve, tutte delicate e diverse, e tutte mi si sciolgono in mano prima che le tocchi. Dentro di me le parole si ammassano in cumuli enormi. Montagne di frasi, di locuzioni e di idee interconnesse. Espressioni argute. Battute di spirito. Canzoni d’amore…
Quando avevo due anni, tutti i miei ricordi erano associati a parole e tutte le parole avevano un significato.
Ma solo nella mia testa.
Non ho mai detto una parola. Ho quasi undici anni.”



È così che inizia “Melody”, un libro che mi ha fatto commuovere costantemente.

Melody è una bambina di undici anni affetta da quadriplegia spastica bilaterale, una malattia che le paralizza il corpo ma, come ci tiene a sottolineare, non il cervello.
Infatti, Melody è di un’intelligenza senza paragoni, ma nessuno lo sa, in quanto la sua malattia la costringe anche a non poter parlare. E così è obbligata a tenersi tutto dentro e a sentirsi etichettata ‘handicappata’ dalle persone che, al di fuori della sua famiglia e della vicina di casa, pensano che non sia capace di ragionare. Persino i medici e gli insegnanti che ha avuto non sono andati oltre l’handicap per cercare di capire come dovesse sentirsi una bambina costretta sulla sedia a rotelle. Ma lei vuole sentirsi come i ragazzi ‘normali’, quelli che vede giocare a scuola durante l’intervallo, quelli che vede passeggiare in giro e sussurrarsi segreti all’orecchio.

“Io adoro il profumo dei capelli appena lavati della mamma. Adoro sentire la barba ispida del papà, prima che si rada. Ma non ho mai potuto dirglielo.”


Questo fino alla quinta elementare, quando, senza mai arrendersi nonostante le innumerevoli difficoltà, riesce ad avere una ‘voce’ per mostrare quanto vale.

“Melody” mi ha fatto riflettere su questo grande dono che abbiamo e che usiamo quasi senza pensarci: parlare. Il dono di avere una voce per condividere i nostri pensieri con gli altri, mentre lei non può e deve lasciare che quel flusso di parole che ha dentro rimanga lì e non fuoriesca.

L’autrice ci mostra una realtà cruda fatta di bullismo e cattiveria da parte sia dei compagni che degli insegnanti. Il libro è dedicato a chi si volta dall’altra parte e a chi finge di non vedere perché non sa come rivolgersi ad una persona affetta da disabilità: Melody ci insegna che basta salutarla e sorriderle.

La storia di Melody mi ha fatto riflettere molto. Non è stata romanzata, ma ci è stata esposta la cruda realtà che ogni giorno affrontano i bambini che noi definiamo ‘speciali’: una realtà fatta di delusioni e imbarazzo.

C’è stata una scena in particolare, quasi verso la fine del libro, che mi ha spezzato il cuore. Mi ha davvero rattristito molto, ma voglio evitare di spoilerarvela, quindi dirò soltanto che ho pensato fosse una cosa orribile che sia i bambini disabili che i loro genitori affrontano quotidianamente.

È un libro che mi ha preso il cuore e l’ha scaraventato per terra, frantumandolo in mille pezzetti. Ma sono del parere che tutti dovrebbero leggerlo per rendersi conto di quello che affrontano questi bambini.


Nessun commento:

Posta un commento